fbpx

Così non si va da nessuna parte, la salvezza diventa un’altra impresa da centrare.
Non ce ne voglia Pippo Inzaghi, ma non è l’allenatore da pronto intervento che ci voleva per il momento della Salernitana. Di quelli che intervengono quando la missione salvezza è già diventata complicata se non quasi impossibile.
Che la gara contro il Napoli non di quelle da dover per forza vincere è sicuro, ma la squadra vista nel primo tempo è di uno che non ha ancora le idee ben chiare, nel modulo e anche nell’atteggiamento, così come nella scelta tattica di alcuni giocatori chiave, vedi Dia e Candreva fuori dal gioco e dagli schemi del 4-2-3-1 utilizzato nel primo tempo, per poi variare nella ripresa e presentando in uno sprazzo anche un improponibile 4-2-4.

Troppa confusione di idee e di gioco con un Napoli non strepitoso che anche all’Arechi ha messo in luce le crepe tattiche create da Rudi Garcia.
Insomma, si trattava dei campioni d’Italia in carica, ma non certo la squadra quasi imbattibile della scorsa stagione.
E allora si poteva immaginare una Salernitana almeno più combattiva, anche perchè questa componente sarà necessaria per le prossime gare.
Questa dovrà essere la mentalità giusta per ogni gara, ogni pallone perso o giocato.
E poi bisognerà muoversi sul mercato con il diesse De Sanctis sul banco degli imputati visto che come dimostrato la colpa non era solo di Paulo Sousa che almeno aveva un ‘idea e un’ identità tattica ben precisa. Ora bisogna trovarla, al più presto, prima che sia troppo tardi per una nuova impresa salvezza che già al momento sembra davvero molto complicata.