Con i primi quarantacinque minuti da incubo, il secondo invece da campione d’Italia in carica. Due facce completamente diverse, della stessa medaglia targata Rudi Garcia, che presenta una squadra da schiaffi nei primi quarantacinque minuti. C’è voluta una discesa negli spogliatoio del presidente De Laurentiis per scuotere una squadra troppo brutta per essere quella campione di Italia in carica. Si cerca ancora la vera identità di una squadra che al Maradona non decolla, perde punti e regala tempi agli avversari.
Nel mirino ancora lui, Rudi Garcia, la fiducia a tempo è stata prorogata: all’inizio rispolvera Elmas a centrocampo e presenta ancora Raspadori in attacco, ma il Milan passeggia e segna due gol con Giroud in una difesa imbarazzante e potrebbe chiudere il match nel secondo tempo in cui, però, viene fuori tutta la personalità del Napoli dello scudetto appena conquistato e da difendere a tutti i costi e fino all’ultimo respiro. Il cambio modulo, dal 4-3-3 al 4-2-3-1 con Raspadori sugli scudi, regala l’aggancio sul 2-2 firmato da un eurogol di Politano e una magistrale punizione di Raspadori, con fiammate individuali di Kvaratskelia che alla fine potrebbe anche segnare la favolosa rimonta all’ultimo secondo. Anche le scelte nel finale, quella di togliere Politano per Zanoli e mettere il doppio esterno basso a destra hanno fatto storcere il naso a De Laurentiis in tribuna. Lindstrom che fine ha fatto? Chiedetelo a Garcia, lui vi risponderà con la sua immancabile ironia quando gli vengono rivolte domande sul scelte, tattica da utilizzare contro gli avversari.
Una cosa è sicura, la sua posizione al momento non traballa, ma è iniziata un’altra settimana tipo a Castelvolturno con De Laurentiis onnipresente, a vigliare sulla squadra e sul tecnico francese. La fiducia a tempo è stata concessa per le prossime tre gare, da vincere a tutti i costi, senza storie, ma con un gioco che si avvicini almeno a quello a memoria della passata stagione.