Ciao Sinisa, combattente sul campo e guerriero nella vita. Ha lottato fino all’ultimo contro la leucemia che alla fine ha avuto il sopravvento su Sinisa Mihajlovic morto in una clinica di Roma a soli 53 anni. Due anni e mezzo di battaglie per l’ex allenatore del Bologna che aveva annunciato la scoperta della malattia in conferenza stampa il 13 luglio 2019: “Ho la leucemia, ma la batterò giocando all’attacco”.
Il 29 ottobre 2019 il trapianto di midollo osseo al Sant’Orsola di Bologna, il 22 novembre le dimissioni, ad inizio 2022 i nuovi campanelli d’allarme. Oggi l’annuncio della famiglia che ha spento anche l’ultima speranza. Aveva giocato Italia nella Roma dal 92 al 94, poi Sampdoria, Lazio e Inter. Con i biancocelesti vince anche lo scudetto nel 2000. Ha allenato il Catania, Fiorentina, Sampdoria, Torino, Milan e Bologna, la sua ultima avventura prima della morte.
COMUNICATO
Questo il comunicato della famiglia: “La moglie Arianna, con i figli Viktorija, Virginia, Miroslav, Dusan e Nikolas, la nipotina Violante, la mamma Vikyorija e il fratello Drazen, nel.dolore comunicano la morte ingiusta e prematura del marito, padre, figlio e fratello esemplare, Sinisa Mihajlovic. Uomo unico professionista straordinario, disponibile e buono con tutti. Coraggiosamente ha lottato contro una orribile malattia. Ringraziamo i medici e le infermiere che lo hanno seguito in questi anni, con amore e rispetto, in particolare la dottoressa Francesca Bonifazi, il dottor Antonio Curti, il Prof. Alessndro Rambaldi, e il Dott. Luca Marchetti. Sinisa resterà sempre con noi. Vivo con tutto l’amore che ci ha regalato”.