Spalletti avrebbe dovuto dimettersi? Non sta a noi decidere, ma i motivi per cui avrebbe potuto farlo sono diversi:
1) partiamo dall’errore minore. Ha sbagliato alcune convocazioni (non c’era chissà quanta scelta alternativa). Tralasciando l’esclusione di Politano, che sembra un discorso di parte, Orsolini avrebbe fatto comodo, così come ha messo fuori gente come Locatelli, che campione non è, ma forse più nei meccanismi di Fagioli (che mai ha giocato in stagione e che forse non meritava la convocazione, anche per far pesare che certe cose errori sono gravi) (ma forse ha eseguito su pressioni federazione)
2) Ha cambiato tre moduli in 4 gare, cambiando interpreti , non riuscendo mai ad avere un’identità tattica e un piano di gioco adeguato. Non è un caso che ha vinto di misura con l’Albania, Con la Spagna non è pervenuta, Con la Croazia ha vinto con un gol all’ultimo respiro altrimenti eravamo già a casa. Con la Svizzera, poi, una delle prestazioni più avvilenti degli ultimi anni.
3) Contro la Svizzera ha cambiato sette giocatori, pensava forse che il turnover durasse fino alla finale, puntando su giocatori fuori condizione e ruolo; un dubbio su tutti: dopo quel primo tempo, così dominato dalla Svizzera, perché continuare così? A volte pur non sapendo bene cosa fare, si può capire cosa non fare. Continuare con approccio, modulo e giocatori del primo tempo. Non è un caso che dopo 40 secondi dal rientro abbiamo preso il raddoppio (viene anche il dubbio di cosa si sono detti negli spogliatoi per entrare così demotivati).
4) conferenze stampa pre e post, alla conti Mascetti di “amici miei”, con la supercazzola a livelli massimi. la solita comunicazione da paroliere incantatore di serpenti ed avversari nel pre, mentre nel post è scaduto con le tante scuse accampate dopo la figuraccia del secolo: il caldo, la condizione fisica, i campionati, gli infortunati, le poche partite giocate rispetto agli avversari; per non parlare dei soliti sospetti, fantasmi, trappole dei giornalisti che sono stati fin troppo buoni. Perché non dire che si è sbagliato è basta! Si accetta di più un discorso così!
In conclusione, forse se avesse deciso di dimettersi poteva dare un messaggio da uomo di sport e di valori in un calcio italiano malato da tempo e a pezzi, da rifondare e da riscrivere da zero partendo dalle regole basilari. Invece anche lui si è attaccato alla poltrona, o meglio alla panchina, nonostante il fallimento. Spero che sia solo una voglia reale di rivincita.
Solo il futuro potrà dirlo. Aspettiamo miracoli!