Di Luca Esposito
direttore tuttosalernitana.com
Una grande parata di Carnesecchi, l’ennesimo palo stagionale, gol del 3-1 nel momento migliore della Salernitana. Sarà pur vero che questa squadra è carente in alcuni reparti e che alibi non se ne possono più concedere dopo 16 giornate di campionato, ma anche la dea bendata ha voltato le spalle ai granata. Certo, se anche quando giochi discretamente ne prendi 4 vuol dire che non è proprio stagione. Già con l’Inter era accaduta una cosa simile.
E cosa si può rimproverare all’allenatore se, per 70 minuti, abbiamo visto una squadra quadrata e organizzata, punita dai soliti orrori della retroguardia che, ahinoi, non è all’altezza della categoria? Certo, continuare a tenere fuori Kastanos per Martegani o Tchaouna è incomprensibile, così come non prendere in considerazione Simy dopo averlo elogiato pubblicamente dopo la gara col Bologna. Cambiare costantemente uomini e modulo non aiuta.
Tuttavia non ha colpe Inzaghi se Ikwuemesi sbaglia per la terza partita di fila a tu per tu col portiere, se non c’è un difensore di livelllo a disposizione, se bisogna adattare un destro a sinistra se manca Bradaric e se si colpisce quasi un legno a partita. La società ha deciso di dargli fiducia fino alla gara col Verona, 180 minuti per evitare l’esonero. Il tecnico ormai è qui da due mesi e mezzo: non reggono alibi di preparazione e “sono arrivato da poco”. I numeri purtroppo sono impietosi: 5 sconfitte su 8, una sola vittoria, distacco dalla zona salvezza che è raddoppiato, media gol subiti preoccupante.
C’è poi la riflessione sul mercato. Attribuire tutte le colpe al direttore sportivo sarebbe sbagliato, ma la sfiducia si respira nell’aria e la stragrande maggioranza dei tifosi invoca il ritorno di Sabatini che è pista possibile. Il budget è stato risicato, è vero, ma la retroguardia che ha preso quasi 100 gol in un anno e mezzo è costata 27 milioni ed è composta da gente mai utilizzata e strapagata. Sambia emblema: 900mila euro netto, tre mister su tre che lo bocciano. Chi si assume la responsabilità? Che poteva fare Iervolino più di allargare i cordoni della borsa?
C’è poi l’elenco degli innesti estivi. Martegani flop, Legowski quasi, Tchaouna impalpabile, Stewart fuori rosa, Ikwuemesi flop, Cabral sparito dai radar. Solo Costil ha una media sopra la sufficienza, lui che fu scelto dal precedente allenatore. Al quale, ora, bisogna riconoscere l’onestà intellettuale d’aver detto in tempi non sospetti come stessero le cose. C’è tempo per salvarsi, sia chiaro.
Questa squadra, pur con dei limiti, non può essere così scarsa e paga anche il momento no di Gyomber, Coulibaly, Dia (giusto cederlo, atteggiamento ormai stancante), Mazzocchi e Bradaric. E l’arrivo di un direttore generale di prestigio potrebbe permettere di ritrovare la mentalità giusta e di fare mercato senza spese folli e valorizzando il materiale a disposizione. E’ finita si dice alla fine, non sempre potrà girare male.