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La festa d’addio. Un mix di emozioni: la grande gioia per aver riconquistato lo scudetto, ma intrisa di malinconia nel doversi salutare in un momento così importante, bello e storico.
Per di più senza poter vedere i propri beniamini attraversare la città sul pullman scoperto, come accade in ogni città del mondo quando si vince un trofeo.
La consegna della coppa c’è stata con il giro di campo al Maradona che era quasi tutto per lui, Luciano, il mister, il condottiero della cavalcata scudetto di una squadra sulla quale nessuno avrebbe scommesso l’estate scorsa nel bel mezzo di una rifondazione.

Il Napoli, invece ha il marchio di fabbrica ben impresso nel gioco, nella mentalità, nel carattere di Luciano Spalletti, ma anche del ds Cristiano Giuntoli; due tra i maggiori artefici del miracolo sportivo. Ovvero l’architetto dell’ epurazione prima e ricostruzione poi ed il pilota di quella che è poi diventata una macchina perfetta capace di stracciare il campionato e di sfiorare la semifinale di Champions League.

Spalletti-Giuntoli. Sarà davvero complicato per De Laurentiis, questa volta, scegliere qualcuno in grado di non farli rimpiangere, o meglio di continuare un ciclo vincente ufficialmente appena aperto.
Il presidente nelle scelte degli allenatori ci ha sempre preso.
Di colpi ne ha sbagliati pochi, ma sostituire l’allenatore campione di Italia in carica col Napoli che non vinceva da oltre trent’anni, sarà forse la scelta più difficile della lungimirante gestione targata De Laurentiis.
Il casting è attualmente in corso, il numero degli allenatori contattati sale di giorno in giorno, di ora in ora.
L’identikit giusto è quello di colui che sarà in grado di raccogliere l’eredità tecnico tattica di Spalletti.
Quel 4-3-3 che ha girato in Italia come in Europa, impartendo agli avversari autentiche lezioni di tattica. 19 squadre su 19 battute in campionato.
Numeri stratosferici, di una squadra che dovrà essere toccata il meno possibile per conservare il più possibile quello che di buono è stato costruito e lasciato in eredità da Spalletti e Giuntoli.