Due anni fa ci lasciava Diego Armando Maradona, il giocatore più forte della storia del calcio, quello antico e quello moderno.
La notizia in un attimo fece il giro del mondo.
Da Baires a Napoli, squarciava l’emisfero del pallone lasciando un vuoto incolmabile, sia sportivo che umano.
La vita del numero 10, sia da calciatore che da uomo, non è stata vita comune.
Anche la sua morte e in special modo dopo, lascia tanti punti oscuri, interrogativi, misteri…
Lasciato solo al suo destino, perché qualcosa si poteva fare per salvarlo, per farlo vivere ancora e lasciargli qualche gioia terrena.
Già, perchè lui, El Diez di gioie ne ha regalate tante su un campo di gioco, a chi ha avuto la fortuna di vederlo dal vivo.
In special modo nei sette anni con il Napoli in cui, grazie a lui, il club è riuscito a vincere due scudetti, una coppa Uefa, una supercoppa italiana, una coppa Italia; insomma quasi tutti i trofei che contiene ad oggi la bacheca azzurra.
In Argentina se lo sono goduti al massimo nell’86.
Quell’anno a Città del Messico, Maradona è riuscito a sollevare la coppa del mondo battendo in finale la Germania.
Amato e odiato da coloro a cui non mandava a dirlo, specie alla Fifa, croce e delizia.
Dopo il mondiale italiano, perso in finale nella rivincita con la Germania, dopo aver battuto proprio l’Italia ai rigori nella semifinale al San Paolo.
Poi il declino, la squalifica per cocaina, la fuga da Napoli. L’arresto in Argentina per detenzione di droga.
Ma El Diez sembrava l’araba fenice, riusciva sempre a rialzarsi dalle ceneri.
Ad Usa 94 fece di tutto per giocare quel mondiale voluto a tutti i costi dalla Fifa che poi lo squalifica per efedrina, con l’Argentina più forte di tutti i tempi e lanciatissima verso la conquista di un altro mondiale.
Maradona non si è mai arreso, ha sempre combattuto il potere. In campo e anche fuori.
L’addio al calcio, poi nel 2010 la grande occasione di guidare la seleccion al mondiale sudafricano, battuta ancora dalla Germania.
Quasi uno scherzo del destino di un Maradona che, nella sua ultima avventura terrena, ha guidato il Gimnasia la Plata. L ’ultimo dribbling, l’ultima magia non gli è riuscita, ma da solo sarebbe stata, questa volta, impossibile.
Due anni senza El Diez.
Dopo aver regalato gioia, Maradona è diventato leggenda, mito, immortale anche per le future generazioni che non avranno avuto la fortuna di vederlo in carne ed ossa su un prato verde.