Sul numero di settembre di GQ uscirà un reportage intitolato “Red hot” in cui due piloti della Rossa si raccontano.
Soprattutto, raccontano il legame indissolubile con la Ferrari e ciò che la vita nel Circus significa per loro.
Leclerc racconta, con gli occhi ancora sognanti, che da bambino Maranello è stato per lui come la “Fabbrica di cioccolato”.
Era stato portato lì da un amico di famiglia che lavorava per la Ferrari con la speranza di riuscire ad entrare. Così non fu e Leclerc, che al tempo aveva undici anni, passò due ore seduto nel parcheggio cercando di immaginare cosa potesse succedere all’interno di quella struttura.
Pare che il monegasco la immaginasse proprio come la Fabbrica di Cioccolato, gestita da tanti Umpa Lumpa, super affaccendati nello svolgere tanti compiti tra i motori delle rosse.
Per Carlos Sainz l’esperienza è stata completamente diversa, era già più grande rispetto a Leclerc, e racconta il suo primo incontro con Maranello come una “spedizione segreta”.
Lo spagnolo, che all’epoca lavorava per il team rivale della McLaren, dovette entrare a Maranello di nascosto, dalla porta sul retro.
Proprio lui che ora, dal 2021, fa il suo ingresso alla Ferrari dalla porta principale..tra la folla che lo acclama.