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La Roma già campione d’Italia? Sì, ma di entusiasmo.

E’ bastata una presentazione, in grande stile, di quelle che fanno venire i brividi anche se non sei giallorosso di fede, per rendersi conto che la squadra di Mourinho può vincere il tricolore anche sul campo.

La Roma campione d’Italia d’entusiasmo

Nemmeno ai tempi di Falcao, o di Totti si ricordava uno show così suggestivo sugli spalti per una presentazione della squadra. Roba da brividi.

Già, perché dopo due anni di pandemia l’entusiasmo può essere davvero l’arma in più per tentare una scalata al vertice che manca da oltre un ventennio.

Si riparte dopo la vittoria della Confederation Cup e da quell’entusiasmo contagioso dei 65 mila dell’Olimpico che può davvero catalizzare tutto; anche le imprese più difficili.

In campo, certo, sarà un’altra cosa, ma il biglietto da visita è di quelli da incorniciare con un perentorio 5-0 allo Shakhtar nel nome della solidarietà.

Tutto sotto gli occhi rigonfi di orgoglio dei Friedkin, tra l’inno della Roma ed esibizioni canore. Ma poi il campo con una Roma scintillante a trazione anteriore che sfodera tutti gli assi offensivi. Da Dybala e Abraham a Pellegrini e Zaniolo.

Napoli: tra cessioni ed entusiasmo sottoterra

Ma se a Roma vincono facile lo scudetto dell’entusiasmo, a Napoli se la passano davvero male in fatto di passione smarrita dopo le cessioni eccellenti una dietro l’altra.

Da Insigne a Mertens, da Ospina a Koulibaly, ora anche Fabian Ruiz.

Una scatola, quella azzurra svuotata di tutti i gioielli più preziosi per esigenze di bilancio da ripianare con ingaggi da ridurre e plusvalenze da reiventare.

Eppure, Napoli come bacino di utenza non ha nulla da invidiare alla Roma.

Ma anche gli abbonati sono un chiaro segnale di distacco rispetto alla nuova politica, che con i conti va a braccetto, mentre ha litigato a morte con la passione sempre più svilita per una piazza che ha vinto con Maradona, ma che negli ultimi 13 anni ha sempre raggiunto l’Europa. E lo scudetto lo ha sfiorato due volte negli ultimi cinque anni.

Una cosa è certa però: Friedkin batte De Laurentiis 10 a 0 in entusiasmo, poi sarà il campo come al solito a dire chi ha operato la scelta giusta sul mercato e sulla strategia economica.